Descrizione
Comandante di una batteria di accompagnamento combatteva arditamente in linea col proprio reggimento impegnato in azioni violente e contrastatissime. Attaccato di sorpresa da forze soverchianti e costretto, dopo strenua resistenza, ad abbandonare i pezzi, li ricuperava nella notte alla testa dei suoi artiglieri, con impetuoso contrassalto. Inutilizzata dalla reazione nemica la batteria, partecipava col proprio reparto ai successivi aspri combattimenti lottando da fante. Volontariamente assumeva poi il comando di un battaglione rimasto privo del comandante gloriosamente caduto sul campo e, con magnifico ardimento, lo guidava al contrattacco in una giornata di aspra, incessante lotta, finché cadeva da prode, fulminato da piombo nemico, così come da prode aveva vissuto. Valoroso artigliere tra eroici fanti, trasformatosi per le circostanze fante tra i fanti: pieno di aggressività e di spirito offensivo, cadeva in una luce di gloria degna delle più nobili tradizioni militari italiane.
Fronte albanese -greco, 28 ottobre – 2 dicembre 1940