Descrizione
Durante un’azione aerea di bombardamento, rimasti feriti il proprio ufficiale pilota ed altri due uomini dell’equipaggio, raggiunto in pieno da un proiettile di artiglieria avversaria che gli troncava una gamba e produceva larghi squarci ai serbatoi del carburante, ricusava ogni amorosa assistenza e sollecitava i propri camerati perché avessero soprattutto cura del loro ufficiale. Raccolte in un estremo sforzo le proprie energie, strappato un lembo della propria tenuta di lavoro, riusciva ad effettuare un tamponamento di fortuna al serbatoio centrale, assicurando per tal modo l’alimentazione dei motori e la salvezza dell’equipaggio e del materiale di volo. Nella medicazione a terra sopportava con stoica fermezza il tormento della ferita e, conscio dell’imminente fine, dedicava l’ultimo anelito della proria generosa esistenza all’invocazione dell’Italia vittoriosa, lieto di aver offerto in olocausto la propria vita per la gloria del Re, della Patria, del Duce, dell’Arma.
Cielo di Quoram, Ascianghi, 18 marzo 1936