Descrizione
Ufficiale superiore addetto ad un Comando d’Armata dislocato oltremare, all’atto dell’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutatosi di seguire il Comando stesso in prigionia, si univa alle truppe che avevano iniziato le ostilità contro i tedeschi e con esse, quale comandante della zona militare di Peza, affrontava, al fianco dei partigiani, i disagi, i pericoli e le sofferenze di una lotta disperata dimostrando singolare fermezza di carattere, fede ed ardimento. Catturato dopo aspro combattimento e condotto dinanzi al plotone d’esecuzione, manteneva contegno fierissimo e cadeva infine sotto il piombo nemico al grido di : "Viva l’Italia". Fulgido esempio di elevate virtù militari, teneva alto in terra d’Albania, con l’opera e col supremo sacrificio l’onore dell’Esercito ed il nome sacro della Patria. – Albania 8 settembre – 17 novembre 1943.