Descrizione
Comandante di compagnia in cinque mesi di permanenza in linea sul fronte russo dimostrò sempre competenza, entusiamo ed alacrità degna di una tempra tenace di soldato valoroso, completo ed inflessibile. Le molteplici e temerarie pattuglie da lui personalmente guidate entro il dispositivo avversario con la conseguente cattura di armi e prigionieri, gli fruttavano i ripetuti ambiti elogi delle autorità superiori. Durante il tragico ripiegamento dalle rive del Don, nonostante che la tormenta e la temperatura polare lo intacchino gravemente agli arti inferiori, la sua costante preoccupazione è quella di mantenere salda la compattezza e l’omogeneità del proprio reparto, riuscendo a tenere sempre vivo nei propri alpini lo spirito combattivo pur dovendo avanzare attraverso una continuità esasperante di combattimenti, di privazioni, di disagi. A Nikolajewka, già con i piedi congelati e ferito da scheggia di mortaio, manteneva egualmente il comando del suo reparto e richiesto di dar man forte per spezzare l’ultimo cerchio di ferro, parte in testa alla propria compagnia con slancio che ha del sovrumano, riuscendo a travolgere in un violento contrassalto corpo a corpo, caparbi e micidiali centri di fuoco. Colpito mortalmente una seconda volta, le sue ultime parole sono di risoluto incitamento ai superstiti perché non desistano dall’incalzare il nemico ormai in rotta e a proseguire vittoriosi attraverso il varco decisamente aperto. Esempio di preclari virtù militari e di eroico spirito di sacrificio. – Quota 228,0 – 226,7 Belogory – Nokolajewka (Fronte russo), 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943.