Descrizione
Comandante di plotone di compagnia alpina, in cinque mesi di permanenza in linea sul fronte russo, si prodigava incessantemente con l’esempio infondendo nei gregari coraggio e spirito di aggressività. Nei vari combattimenti sotenuti sul medio Don, rifulse per eroismo al comando di ardite pattuglie in esplorazione oltre le linee. Dopo aver partecipato con eroico spirito di sacrificio a ben nove combattimenti durante l’epico ripiegamento sulla steppa russa, pur menomato fisicamente di grave congelamento e durissime fatiche, prendeva parte volontariamente all’azione di Arnautowo, si lanciava con ardore leonino al contrassalto di preponderanti forze nemiche, alla testa dei suoi alpini e riusciva a sventare una minaccia avversaria con arditi lanci di bombe a mano. Con rinnovato ardore, animando i propri alpini con la parola e con l’esempio, incurante del fuoco avversario, intenso e micidiale, si portava sul fianco destro nemico per impedire l’accerchiamento della colonna ed impegnava nuovamente l’avversario costringendolo a ripiegare. Nel proseguimento dell’azione, colpito all’addome da una raffica di mitragliatrice, rifiutava di farsi trasportare al posto di medicazione e con sforzo supremo, conscio dell’imminente fine, animava i suoi alpini con i gesti e con la parola a proseguire nell’azione vittoriosa, chiudendo la sua giovane ed eroica esistenza tutta dedicata alla Patria, al grido di "Viva l’Italia, Viva gli Alpini!". Esempio di purissimo eroismo, di abnegazione insuperabile e di assoluta dedizione alla Patria. – Medio Don – Belogory – Arnautowo – Nikitowka (Fronte russo), 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943.