Descrizione
Comandante di uno squadrone di cavalleria indigena al termine di un ciclo operativo, nel quale si era distinto per capacità e valore, rifiutava il rimpatrio per raggiungere il proprio reparto impegnato in altre operazioni di guerra. Posto a protezione di un’autocolonna, riusciva a portarla in salvo a malgrado dei reiterati attacchi affrontati con slancio e fermezza e superati con pieno successo. Impegnato successivamente da preponderanti forze le ricacciava con sanguinose perdite dopo quattro giorni di strenua lotta. Nuovamente attaccato, due volte ferito, decimato, a corto di munizioni opponeva tenace resistenza all’incalzante avversario. All’intimazione di resa, cosciente della sua sorte, si lanciava alla carica con eroica audacia alla testa dei resti gloriosi del gruppo squadroni. Visto il suo comandante circondato non esitava ad accorrere con generoso slancio in suo aiuto e sciabolando con epico valore riusciva a fargli scudo col proprio corpo. Crivellato da colpi a bruciapelo, cadeva da eroe gridando “Viva l’Italia”.
Africa Orientale, 4 aprile 1941