Descrizione
Dopo aver combattuto valorosamente un’intera giornata contro rilevanti forze ribelli, a sera, richiamato dai segnali del suo comandante accorso in aiuto di un treno deviato ed assediato, mosse col suo manipolo. Impeditogli il passo dall’avversario numeroso, girò combattendo nella notte attorno al cerchio nemico per cercarne il punto più debole, ma fuorviato dal fuoco che proveniva da ogni parte e disorientato dalla pioggia violenta, si allontanò dal luogo ove era diretto. Circondato al mattino seguente da forze venti volte superiori e sempre aumentanti, sostenne leoninamente l’impari lotta, animando con la parola e con l’esempio i pochi superstiti. Sparato l’ultimo colpo, mentre il nemico irrompeva all’arma bianca, in piedi, fiero tra i morti ed i feriti, gridò: "Ragazzi un ultimo pensiero ai nostri cari, viva l’Italia! Viva il Re! Viva il Duce!". Feriti e superstiti ripeterono il triplice grido di fede e poi alla baionetta, guidati dall’eroico capo, s’immolarono. Fulgida figura di purissimo eroe.
Les Addas-Dukkam, 6-7 luglio 1936