Descrizione
Cinquantenne ufficiale di complemento con 4 figli, subito dopo l’8 settembre 1943 si arruolava nelle file partigiane per combattere i tedeschi, spinto da insopprimibile amore per l’Italia e la libertà. Comandante di una formazione partigiana fin dai primi scontri dava prove di coraggio non comune e di superbo sprezzo del pericolo. Divenuto il suo nome bandiera fu ricercato con particolare accanimento dal nemico che temeva il vecchio soldato esperto guerriero. In un attacco sferrato dai nazi-fascisti con preponderanza di forza e di mezzi, alla testa dei suoi uomini ne conteneva l’urto e ne contrastava l’avanzata finchè, dopo molte ore di strenua e valorosa resistenza, vista vana ogni ulteriore difesa, ordinava al suo reparto di ripiegare e con pochi audaci rimaneva sul posto per coprire col fuoco la ritirata dei compagni. Esaurita l’ultima cartuccia, veniva catturato. Non valsero le disumane torture ne il ricordo dei suoi quattro figlioletti a fargli infrangere lo stoico silenzio i tedeschi, impotenti a piegarlo alla loro volontà, lo condannavano alla fucilazione riconoscendolo: "Accanito difensore e audace animatori di ribelli". Agli esecutori dell’infame sentezza gridava fieramente in faccia che il suo sacrificio era propiziatore di vittoria e cadeva sotto una raffica di piombo nemico. Mirabile esempio di amor patrio e di quella volontà di sacrificio che trasumana in eroi. – Forno Canavese, 9 dicembre 1943.