Descrizione
Sotto il violento fuoco di nuclei ribelli che avevano attaccato una squadra al lavoro, anziché ripiegare con i compagni di fronte al nemico preponderante, accorreva all’automezzo a lui in consegna per recuperarlo. Ripetutamente colpito, con superbo sprezzo del pericolo si appostava per rispondere al fuoco. Allontanatisi i nemici, sebbene nove volte ferito, invece di porsi in salvo, si portava al volante dell’autocarro; spentosi il motore perché le gambe ferite non consentivano la giusta manovra, con supremo sforzo di volontà, scendeva a terra, avviava a mano il motore e conduceva l’automezzo al posto militare più vicino. Giunto dissanguato ed in fin di vita, al medico accorso diceva: " Muoio contento di aver fatto il mio dovere; solo mi dispiace di non aver potuto riprendere il fucile". Continuava all’ospedale, malgrado le ferite gravi e dolorose, a mantenere contegno fiero e coraggioso.
Addis Abeba, 28 luglio 1936