Descrizione
Comandante di incrociatore durante lunghi e faticosi mesi di guerra, aveva dato alla sua nave e all’equipaggio la pronta intelligenza, la feconda attività, la elevata dirittura spirituale che lo distinguevano. Attaccato nella notte sul 28 marzo da una squadra nemica comprendente più navi da battaglia, accettava la lotta con fiera decisione. Venuto a mancare ogni mezzo per continuare a combattere, ridotta la sua nave un groviglio di materia e di fuoco, ferito egli stesso al capo e sanguinante, scendeva fra i marinai per infondere in loro con voce chiara, con parola calda la serenità e la forza del suo cuore. Oltre ogni possibilità si prodigava nel tentativo di domare gli allagamenti, di estinguere gli incendi. Perduta ogni speranza di salvezza, riuniva a poppa la sua gente per lanciare in estrema comunione di spirito il saluto al Re e al Duce. I marinai, scesi ordinatamente nelle zattere, videro il loro comandante che dritto, forte, tranquillo, col sangue che gli colava lungo il viso, risaliva verso prora in mezzo al bagliore degli incendi. Disparve con la nave che tanto aveva amato.
Mediterraneo Orientale, 28 marzo 1941