Descrizione
Ferito dopo aspro combattimento contro forze preponderanti tedesche nella difesa di Roma nel settembre 1943, riprendeva subito le armi, ancora convalescente, nella lotta partigiana contro l’invasore. In plurime azioni di sabotaggio e di guerriglia tra le più audaci, si distingueva per le virtù di capo valoroso, sereno valutatore del pericolo, sempre presente ovunque il rischio fosse maggiore. Braccato dai nazifascisti che avevano posto su di lui una forte taglia, persisteva con indomito coraggio alla testa dei suoi compagni infliggendo al nemico, in epici combattimenti e azioni, gravi perdite. Arrestato da due ufficiali tedeschi, riusciva a fuggire. Subito dopo in duro combattimento veniva ferito e cadeva prigioniero. Con teutonica ferocia fu fucilato, ancora sanguinante per le gloriose ferite. Fioriscono in lui le figure più nobili del popolo italiano. – Roma 8 settembre 1943 – Rieti, 9 aprile 1944.