Descrizione
Pilota di un apparecchio, attaccato a circa 3.000 metri d’altezza da un velivolo da caccia nemico, visti nel combattimento aereo colpiti a morte i suoi compagni e forati i serbatoi della benzina, con sangue freddo eccezionale, mentre l’apparecchio precipitava, lasciava la mitragliatrice che in quel momento manovrava, benché ferito al braccio sinistro, riusciva ad afferrare il volante e a raddrizzare il velivolo a meno di 300 metri da terra e, planando, atterrava presso Zarnec a circa 50 chilometri dalle nostre linee. Dato subito fuoco all’apparecchio e distruttolo, benché esausto dalla perdita di sangue, riusciva a sfuggire alla cattura. Assaliti da un indigeno, si liberava uccidendolo, e, dopo sette giorni di tensione di spirito, di grandi sofferenze e di privazioni, dando prova di energia e forza d’animo straordinarie, riuscì a traversare le linee nemiche ed a presentarsi ai nostri avamposti sulla Vajussa. – Cielo di Zarnec, 13 ottobre 1916.