Descrizione
Addetto al comando di una brigata indigeni partecipava con essa a tutti i cicli operativi nel Salalè, nel Nuger, nel Tegulet. Ovunque era ammirevole per ardimento, spirito di sacrificio e per abnegazione; volontario per le missioni più pericolose. Durante il combattimento nei burroni dell’Adabei presso Ciasò, avvistata una caverna dalla quale partiva nutrito fuoco d’artiglieria alle spalle dei reparti avanzati e che aveva procurata già la morte di alcuni ascari e metteva in pericolo del comandante della brigata e degli ufficiali del comando, radunava un gruppo di arditi alla cui testa si lanciava immediatamente all’assalto della caverna stessa. Presso l’imbocco di questa, veniva aggredito da un ribelle che, dopo breve, violenta colluttazione, atterrava, quindi con intenso lancio di bombe a mano si accingeva a completare la cattura di ribelli. In questo momento cadeva mortalmente ferito, gridando ancora, prima di spirare, il suo incitamento col fatidico "Savoia". Fulgido esempio di alte virtù militari, di attaccamento al dovere, di cameratismo spinto fino al sacrificio.
Ciasò, 4 aprile 1937