Descrizione
Perseguitato politico, all’annuncio dell’armistizio iniziava l’organizzazione delle bande partigiane che sotto la sua guida e al suo comando compirono audaci gesta per la redenzione della Patria. Arditi colpi di mano, atti di sabotaggio, azioni di guerriglia sulle retrovie nemiche lo videro sempre tra i primi, valoroso fra i valoroso, animatore instancabile, apostolo di libertà ferito in uno scontro contro preponderanti forze nazi-fasciste rifiutava ogni soccorso e rimaneva sul posto per dirigere il ripiegamento dei suoi uomini. Per salvare un compagno che catturato durante la mischia, era sottoposto a torture perché indicasse chi era il comandante, si ergeva dal suolo ove giaceva nel sangue e fieramente gridava: "Sono io il capo". Cadeva crivellato di colpi immolando la vita in un supremo gesto di abnegazione. – Val Pannevaire, 27 gennaio 1944.