Descrizione
Animato da vivo attaccamento al dovere, sorretto da costante entusiasmo e dotato di eccezionali capacità organizzative, costituiva in terra straniera un battaglione partigiani, che guidava per nove mesi in rischiosa e sanguinosa guerriglia, dimostrando superbe doti di combattente. Nel corso di operazioni tendenti a rompere l’accerchiamento di una divisione partigiana da parte di preponderanti forze avversarie, attaccava alla testa dei propri reparti una munitissima posizione su quota molto contesa per la sua importanza. Costretto a ripiegare per le gravi perdite subìte, conscio che dalla conquista dell’obiettivo assegnatogli dipendeva il successo dell’azione e la salvezza dell’intera divisione, radunava i superstiti del cruento scontro e li trascinava con l’esempio a vincere, in lotta ravvicinata, l’accanita resistenza dell’avversario. Mentre già arrideva la vittoria, cadeva colpito a morte e, gridando “Viva l’Italia”, suggellava la conquista della posizione col sacrificio della propria vita. Fulgido esempio di eroismo e di amor patrio.
Fronte della Resistenza in Albania, 10 ottobre 1943 – 8 luglio 1944 (D.P. 1° luglio 1970: rettificato con D.P. 1° febbraio 1972)