Descrizione
Comandante di un battaglione su di una posizione molto estesa e di vitale importanza, con singolare perizia e pur con scarsissimi mezzi seppe improvvisarne la difesa, e moltiplicando il valore delle proprie truppe col fascino del suo illuminato ed energico comando, per ben sette giorni consecutivi, superando straordinarie difficoltà di ogni specie, costituì il baluardo contro cui si infransero i ripetuti e sempre più violenti attacchi delle ognor crescenti forze nemiche. Gravemente minacciato su di un fianco dai progressi dall’avversario in un contiguo tratto della fronte, con le proprie già scarse forze, logorate ormai da sanguinose perdite, mantenne incrollabile la fede e la rinsaldò nei dipendenti, i quali, animati dal suo fulgido esempio, continuarono con indomito coraggio nell’impari ed accanita lotta. Vista infine la propria linea spezzata in tanti piccoli nuclei, accerchiati dai sopraggiunti rincalzi dell’attaccante, dopo un’ora di ansiosa e terribile, quanto vana, attesa di rinforzi, trovatosi circondato insieme ad un nucleo di superstiti, impugnò egli stesso un fucile e, confermando ancora una volta l’insigne valore personale, già in altre circostanze dimostrato, abbatté successivamente un ufficiale e quattro soldati nemici, che lo premevano più da presso, tenacemente persistendo nell’epica lotta fin quando, per evitare che l’ira dell’assalitore continuasse a sfogarsi anche sui nostri feriti e moribondi, fu costretto a cedere all’inesorabile evidenza dell’inutilità di ogni ulteriore sacrifico. – Treschè-Cesuna-quota 1152 (Asiago), 28 maggio – 3 giugno 1916.