Descrizione
Comandante di plotone cannoni anticarro, già distintosi in precedenti fatti d’arme per capacità e valore, nel corso di un aspro combattimento portava il reparto con prontezza e decisione oltre la linea dei fucilieri per meglio colpire le feritoie di insidiose postazioni nemiche, che ostacolavano duramente l’avanzata. Avuto distrutto un cannone, caduti i serventi, benché ferito prima ad un braccio e poi ad una gamba, si trascinava carponi all’altro pezzo e personalmente ne dirigeva il fuoco annientando una postazione avversaria. Assalito in contrattacco da ingenti forze nemiche che minacciavano accerchiarlo, e ferito una terza volta, sebbene indebolito dal sangue perduto, rimaneva sereno al suo posto incitando con la parola e con l’esempio gli unici due superstiti a combattere fino all’estremo. Al nemico, che ormai vicinissimo, gli intimava la resa, rispondeva col fuoco. Colpito a morte cadeva accanto al suo cannone che aveva strenuamente difeso.
Wolinzewo q. 129 (Fronte russo), 6 dicembre 1941