Descrizione
Comandante ed unico nazionale di banda irregolare intestata al suo nome compiva leggendarie gesta di valore, di capacità e di sublimi eroismi, scrivendo col sangue fulgide, gloriose pagine nella storia dei reparti coloniali. Strenuo difensore di Uolchefit prendeva parte a tutte le epiche imprese di quel glorioso baluardo Gondarino, affrontando alla testa dei suoi gregari i più duri cimenti, compiendo i più epici eroismi, sfidando continuamente la morte in una serie di ardimentosi combattimenti che lo imponevano all’ammirazione nemica. Nell’azione di Passo Cinà contro potente agguerrita formazione, incurante del pericolo della morte che derivava da una grossa taglia già posta sul suo capo, nascondeva le gravi condizioni di salute in cui trovavasi per sopravvenute gravi infermità ed elevato stato febbrile, aggravato da quattro ferite di guerra non ancora rimarginate e sdegnava il ricovero in ospedale per condurre ancora una volta i suoi valorosi gregari alla durissima prova ed alla vittoria. Incuneatosi abilmente nello schieramento nemico, con leggendaria temerarietà e sfidando rischi e pericoli mortali piombava di sorpresa, fulmineo e travolgente, sul posto di comando avversario, catturando personalmente il Ras comandante ed annientando in furiosi prolungati corpo a corpo la fortissima schiera che lo circondava. Facendo tacere con indomita forza dello spirito, le sue gravi condizioni fisiche, guidando ancora con irrefrenabile slancio a successivi cruenti assalti all’arma bianca i suoi prodi, catturava larga messe di prigionieri, di materiali, di armi e munizioni e determinava il crollo politico-militare della resistenza nemica, riconfermando le sue preclari virtù di intrepido soldato e di comandante valoroso.
Passo Cinà (A.O.), Uolchefit dell’Amara, 22 giugno 1941