Descrizione
"Nei tragici avvenimenti seguiti all’armistizio fu tra i primi a costituire nuclei di patrioti, deciso a difendere a tutti i costi la dignità dell’Esercito. In otto mesi di durissima lotta contro il tedesco invasore tenne viva la fiamma e l’onore e dell’amor di Patria. Inflisse sanguinose perdite al nemico in numerosi agguati ed attacchi, distrusse materiali e impianti, contribuì largamente a rendere malsicure le sue comunicazioni. Concepì e mise in atto l’ardito piano di sostituire con patrioti in divisa la guardia di un magazzino militare, trafugandovi un autocarro pieno d’armi. Scoperto e ferito gravemente contribuì a guidare l’autocarro fino a destinazione. Circondata la località ove aveva alloggiato per una notte, si attardava nel generoso tentativo di dare lìallarme ad un vicino gruppo di suoi compagni, ma sorpreso dal nemico impegnava combattimento con le forze superiori, finchè esaurite le munizioni del suo mitra veniva catturato. Alla richiesta di chi fosse il capo rispondeva con orgoglio di soldato: "Il comandante sono io". Affrontava col sorriso sulle labbra il supremo sacrificio, sublime simbolo del valore militare italiano. – Valli di Lanzo, settembre 1943 – aprile 1944".