Descrizione
Comandante di una compagnia arditi reggimentale, in numerosi audaci fatti d’arme, dava continue prove di valore personale e di cosciente sprezzo del pericolo. In un’azione di ripiegamento, accortosi che un militare gravemente ferito, era rimasto sul terreno della lotta, ritornava da solo sul posto, e caricatoselo sulle spalle, riusciva, incurante del fuoco centrato del nemico, a trarlo in salvo. Durante una successiva azione rimasto isolato co1 reparto su di una posizione da lui conquistata resisteva ad oltranza ai contrattacchi di forze soverchianti. Privo ormai di ufficiali, ferito a sua volta non desisteva dall’impari lotta, dalla quale si disimpegnava in seguito ad ordine superiore. Rifiutava quindi il ricovero all’ospedale per non lasciare il reparto in vista dell’imminente ripresa offensiva. Ripresa l’azione e raggiunto il nemico, fortemente sistemato a difesa, si impegnava a fondo ed avuto dal comandante avversario un rifiuto alle sue intimazioni di resa, insisteva nell’attacco, giungendo per primo col gagliardetto in pugno sull’obbiettivo conteso. Mentre in piedi a stretto contatto col nemico, ammirato per tanto ardimento, incitava i suoi a proseguire nell’azione, veniva colpito a morte da una raffica di mitragliatrice. Esalava l’ultimo respiro sul campo dell’onore al grido fatidico di Patria e Re. Fulgido esempio di eroismo, di consapevole sacrificio e di elette virtù guerriere.
Quota 1143, quota 489 di Monte Golico -S. Minas (Fronte greco), 21 – 27 marzo – 22 aprile 1941