Descrizione
Subito dopo l’armistizio partecipava con decisione e con ardimento alla lotta di liberazione in Jugoslavia. Mitragliere in una posizione antiaerea abbatteva, nel dicembre 1943, sul cielo dell’Isola di Curzola, un aereo tedesco. Gravemente ferito con menomazione permanente del braccio destro, veniva rimpatriato da una nave americana e ricoverato nell’Ospedale di Taranto. Anima ardente di patriota, desideroso di combattere ancora, dopo quattro mesi di degenza, lasciava l’ospedale e, con fortunosa vicenda, attraversava le linee tedesche entrando a far parte delle prime formazioni partigiane toscane. Si faceva vivamente apprezzare per audacia e per capacità di animatore e di organizzatore. Nella imminenza dei combattimenti decisivi, per quanto menomato nel fisico, prendeva posto fra i più audaci combattenti dando costante esempio di decisione e di valore. Battendosi dietro le linee tedesche, ma nella immediata vicinanza della prima linea, si distingueva particolarmente il 14 aprile 1945 in quel di Avenza (Carrara). Penetrava da solo in una postazione di mitragliatrice ed, eliminati i difensori, impegnava col fuoco il nemico dalla posizione stessa. All’imbrunire cercava di raggiungere le linee. Gravemente ferito continuava a ripiegare facendo fuoco fino a che si abbatteva sul greto del torrente Carrione. Caduto pressoché dissanguato in mani nemiche, e sottoposto a sevizie nulla rivelava. Veniva liberato due giorni dopo da una formazione partigiana, pressoché morente e permanentemente invalido. – Jugoslavia – Toscana, settembre 1943 – 25 aprile 1945.