Descrizione
Subito dopo l’armistizio dedicava ogni sua attività alla lotta di liberazione, molto distinguendosi nella organizzazione romana per capacità di comandante e per iniziativa di combattente. Caduto per delazione in mani tedesche, opponeva ai suoi feroci aguzzini atteggiamento virile e sprezzante, talché veniva condannato a morte. Condotto davanti al plotone di esecuzione, lo affrontava con animo e contegno di fiero soldato, strappandosi la benda dagli occhi e cadendo infine col nome dell’Italia sulle labbra.
Forte Bravetta (Roma), 2 febbraio 1944 (D.P. 2 novembre 1976).