Descrizione
Comandante di squadriglia, pilota di grande perizia e prode combattente, al ritorno di una missione bellica su trimotore da R.M., subiva gravi avarie ai motori che determinarono l’incendio del volo. Nonostante che nella cabina di pilotaggio l’aria fosse ormai irrespirabile, con eroica decisione vi permaneva per tentare l’ammaraggio che avrebbe salvato da sicura morte tutto l’equipaggio. Riusciva infatti, nonostante le avverse condizioni del mare e il divampare del fuoco che già in parte lo investiva, a portare l’apparecchio sull’acqua. Incurante di se stesso ordinava ai suoi compagni di buttarsi in mare mentre egli dirigeva il velivolo fuori della zona di ammaraggio per evitare che il prevedibile scoppio dei serbatoi del carburante e delle munizioni di bordo potesse arrecare danni all’equipaggio ormai salvo. Quando egli si buttava in mare la morte stava per coglierlo per le ustioni riportate e per l’avvelenamento determinato dai vapori di benzina. Quindi decedeva da prode in servizio della Patria. Nel rogo del velivolo scoppiavano intanto le cartucce delle mitragliere e i serbatoi di carburante. La generosità eroica spinta fino al sacrificio del comandante che aveva tutto previsto e a tutto provveduto, contribuiva ancora una volta a salvare la vita dei gregari. Esempio del più puro eroismo, del più alto spirito di sacrificio e dell’umana nobiltà.
Cielo dello Ionio, 15 luglio 1940