Descrizione
"All’inizio del movimento di liberazione varcava audacemente le linee nemiche portando con se un apparecchio radio trasmittente, per prendere parte attiva alla lotta in territorio occupato dai nazifascisti. Catturato dall’avversario, riusciva ad evadere portando in salvo l’apparecchio radio, riprendeva il suo posto di radiotelegrafista addetto al servizio degli aviolanci e volontariamente partecipava anche a tutti i fatti d’arme della sua Brigata partigiana, distinguendosi per ardimento e sprezzo del pericolo. Mentre in una casa di Milano trasmetteva messaggi veniva accerchiato. Per sfuggire alla cattura da parte del nemico, dopo aver distrutto l’apparecchio radio e i cifrari ed essersi difeso fino all’ultima cartuccia, per non cadere vivo nelle mani dell’avversario, si lanciava nel vuoto dal 5° piano abbracciato al suo unico compagno gridando "Viva l’Italia". Con le membra orribilmente sfracellate e la spina dorsale fratturata ma ancora vivo, veniva raccolto dai tedeschi nella vana speranza di sapere i nomi dei suoi compagni di lotta. Il fiero silenzio da lui conservato nonostante le atroci sofferenze ed i crudeli martiri, frustrava i vani tentativi del nemico e dopo un anno di dolorosa degenza, infranta l’oppressione nazifascista, veniva liberato dai compagni ancora ammirati del ricordo delle sue gesta e portato a braccia con le membra inesorabilemente per sempre spezzate e la spina dorsale lesionata nella smagliante luce del sole dell’Italia redenta. – Castelnuovo di Benevento, 3 dicembre 1943 – Colleferro, 4 dicembre 1943 – Milano 20 maggio 1944".