Descrizione
Di origine armena, cittadino italiano di elezione, profondamente devoto all’Italia, si offriva con vero entusiasmo per essere aviolanciato in territorio nemico per rischiosa missione informativa. Dopo un periodo di proficua attività, tradito e catturato, veniva sottoposto ad inumane torture e ad estenuanti interrogatori, confermando virilmente inalterata la sua fede per l’Italia, rendendo vano ogni tentativo di carpirgli notizie e respingendo ogni offerta di passare al nemico per aver salva la vita. Condannato a morte, dinanzi al plotone di esecuzione il suo pensiero rimaneva rivolto all’Italia, alla famiglia ed ai suoi superiori. In una nobile lettera indirizzata al fratello alla vigilia della morte, confermava le sue magnifiche doti di soldato, dichiarando che egli ed i suoi compagni avevano la coscienza tranquilla davanti a Dio e che morivano contenti di aver compiuto interamente il loro dovere. Fulgido esempio di virtù militari. – Medio Oriente, luglio – settembre 1942.