Descrizione
Ufficiale in servizio permanente effettivo, subito dopo l’armistizio entrava nelle file partigiane guadagnandosi, con ripetuti atti di valore, la stima e la fiducia dei compagni di lotta e la nomina a comandante di Brigata. Ricercato e combattuto dai nazifascisti, che temevano l’aggressività combattiva del suo reparto, cedeva dopo giorni di lotta nelle mani del nemico assai superiore per numero e mezzi. All’offerta di passare nelle file fascista rispondeva sdegnosamente: "A nobile, si confanno soltanto cose nobili". Affermava di avere combattuto perché fedele soldato del Re e di preferire la morte piuttosto che rinnegare i suoi partigiani. Condannato a morte, affrontava fieramente il capestro, raggiungendo la schiera dei martiri della Patria. – Giaveno, 17 agosto 1944.