Descrizione
Comandante di un caposaldo, perno di importante posizione difensiva, conteneva e batteva duramente l’avversario numericamente superiore. In tre giornate di cruenti combattimenti, nel corso dei quali il nemico gettava nella lotta le sue migliori forze per avere il sopravvento, dava prova di tenacia e di eccezionale valore, spesso ritto sulla sua trincea continuamente battuta da violentissimo fuoco e con un esiguo nucleo di valorosi opponeva epica resistenza. Nel terzo giorno, quando tutte le armi automatiche erano state ridotte al silenzio dalle artiglierie avversarie e le poche munizioni e bombe rimaste costituivano l’estrema riserva del caposaldo accerchiato, si lanciava con i pochi fanti superstiti ad impetuosi contrassalti. Ferito e caduto al suolo, si rialzava per sparare le ultime cartucce della pistola e si difendeva con le bombe a mano tolte ad un caduto. Colpito, una seconda volta, con sforzo supremo, si lanciava contro un avversario che gli stava di fronte e cadeva confermando, col supremo sacrificio, il suo eroismo. – Q. 220 – Ansa di Werch Mamon (Fronte russo), 20 – 22 agosto 1942.