Descrizione
Comandante di sommergibile si distingueva sin dall’inizio del conflitto per perizia e valore. All’agguato in prossimità di importante base avversaria, attaccato di giorno da unità leggere di superficie, riusciva con insigne bravura a sfuggire alla caccia, nonostante le notevoli avarie che avevano menomato sensibilmente la possibilità di manovra della sua unità. Con coraggiosa determinazione e sicuro intuito manteneva ancora l’agguato nella zona e poteva così avvistare, in ore notturne, grossa formazione navale avversaria composta di una portaerei, di due navi da battaglia e di vari incrociatori e CC.TT. Precorrendo le teorie di impiego, successivamente adottate dai sommergibili, conduceva risolutamente in superficie l’attacco alla formazione e, pur di raggiungere il suo audace intento, non esitava ad impiegare un motore termico in parziale avaria che con il rilevante fumo di scarico avrebbe potuto rivelare la sua presenza al nemico. Portato a fondo l’attacco colpiva con due siluri una corazzata avversaria e con un terzo, probabilmente, un’altra unità, prendendo l’immersione soltanto dopo aver constatato l’avvenuto scoppio delle armi. Nel corso di successiva missione scompariva in mare con la propria unità. Esempio di sereno ardimento, di eccezionale tempra di combattente e di elevate virtù militari.
Canale di Sicilia, notte sul 10 novembre 1940; Basso Tirreno, 31 marzo 1941