Descrizione
Di tempra unica per l’ardore, la disciplina e l’ascendente, sempre volontario nelle più dure imprese, si distingueva diverse volte nella difesa ad oltranza, lasciando avvicinare gli elementi avanzati nemici per poi annientarli col tiro infallibile delle sue armi e delle bombe a mano. Prescelto quale portatubi all’assalto di forte posizione e destinato al settore più delicato, si lanciava generosamente alla testa dei suoi uomini, calmo e sprezzante fra l’imperversare della reazione nemica. Dopo aver individuato e disarmato diverse mine che sbarravano l’accesso ai reticolati, giungeva primo sotto gli stessi e attirava su di se il fuoco creando, con preciso lancio di bombe a mano, la cortina fumogena. Visto cadere un compagno portatubi, s’impadroniva del suo ordigno e lo faceva brillare, col proprio, sotto il reticolato, creando una prima breccia. Poi, con veemente slancio, portava un altro tubo per ampliare il varco e veniva ferito da pallottola di fucile. Sanguinante, raccoglieva con sforzo supremo tutte le sue forze, ormai allo stremo, ed al compagno che gli si era avvicinato per soccorrerlo, sdegnosamente rifiutando ogni cura, strappava di mano il tubo esplosivo, si dirigeva ancora sotto i grovigli ed accendeva la terza carica. Nel compimento del sublime gesto, un colpo di cannone anticarro lo colpiva in pieno petto smorzandogli sulle labbra le invocazioni alla Patria e stroncando l’ardente giovinezza nella visione della vittoria. Fulgido esempio di guastatore degno degli eroi leggendari della terra sarda. – Fronte di Tobruk, 20 giugno 1942.