Descrizione
Magnifica figura di comandante di compagnia, le cui virtù hanno avuto modo di essere particolarmente note fin dai primi giorni in cui assumeva posizioni sul fronte orientale. Situazioni critiche e minacciose furono da lui affrontate con freddo calcolo e con indomito coraggio. L’attività del tenente Grandi è stata talmente preziosa ed infaticabile da metterlo in evidenza come uno dei soldati più meritevoli cui resta indissolubilmente legata la granitica opera difensiva che fece delle linee della sua divisione un baluardo insormontabile. Durante un arduo e difficile ripiegamento, allo scopo di sventare una irruenta manovra nemica di aggiramento, infervorati con la voce e con l’esempio i suoi alpini, si lanciava irresistibilmente nel cuore della mischia, riuscendo dopo aspra e sanguinosa lotta, ad arrestare e frantumere il poderoso urto di un nemico superiore in uomini ed in mezzi. Ferito all’addome e consapevole della fine imminente, non desisteva dall’animare i propri uomini. Vedendo intorno alla sua slitta insanguinata pochi alpini superstiti, silenziosi e addolorati, trovava la forza di incitarli ad esultare per il superbo successo conseguito e ad intonare con lui le strofe di una nostalgica canzone: "Il comandante la compagnia l’è si ferito e sta per morir…". Come un vasto, religioso corale si diffonde allora nella distesa gelida della steppa la voce degli alpini, quale simbolo imperituto della tenace gente della montagna, del suo incomparabile spirito di sacrificio, del suo eccezionale ardimento, della sua inconcussa fede nella vittoria. – Quota 228, quota 226,7 – Belogory – Arnautowo (Russia), 9 settembre 1942 – 26 gennaio 1943.