Descrizione
Quantunque febbricitante, non volle essere ricoverato in un ospedale, per poter prendere parte all’azione offensiva che doveva svolgere il suo reggimento. Mentre con entusiastico slancio e sereno, cosciente sprezzo del pericolo guidava il suo plotone all’assalto sul ponte di Gorizia, una granata nemica gli stroncava il braccio destro. Rifiutando ogni cura, sorreggendo l’arto infranto con la mano sinistra, tenne ancora il comando del reparto incitando i suoi con mirabile energia finché, nuovamente colpito, rimase ucciso sul campo. – Gorizia, 7 agosto 1916.