Descrizione
Con irresistibile slancio, alla testa della propria compagnia, si impadroniva di una importante posizione, facendovi numerosi prigionieri e catturando armi e munizioni. Assunto, quindi, il comando di un battaglione, il cui comandante era stato ferito, continuava nella intelligente ed ardita sua opera con unità di concezione e con affascinante valore. Ferito al viso e ad una gamba da schegge di granata a mano, incurante di sé, non si allontanava, unico capitano superstite, dal suo posto di combattimento. Nei giorni successivi, sempre infaticabile ed imperterrito, validamente contribuiva a mantenere linee estremamente esposte ai tiri avversari, infondendo, con vibrante parola e fulgido esempio, fede e coraggio ai dipendenti. Marciava, infine, ad un nuovo attacco, primo fra i primi, raggiungendo nuove posizioni, sulle quali, colpito dal piombo nemico, immolava gloriosamente la vita.
Col del Rosso, 28 – 31 gennaio 1918