Descrizione
Imbarcato in qualità di capo servizio del genio navale su squadriglia cacciatorpediniere durante uno scontro navale contro forze soverchianti che infliggevano duri colpi alla sua unità, con ammirevole serenità dirigeva tutte le operazioni per fronteggiare i danni provocati dal tiro nemico, eseguendo prontamente e personalmente, in sostituzione dei propri dipendenti uccisi e feriti, importanti manovre atte a mantenere fino all’ultimo l’integrità combattiva della nave, malgrado gli incendi, gli scoppi delle riservette delle munizioni ed il dilagare del vapore. Dopo l’affondamento del cacciatorpediniere, raggiungeva a nuoto una zattera ricolma di naufraghi e, pur essendo ferito e stremato di forze, rinunciava a prendervi posto e si prodigava con la parola e con l’esempio per disciplinare l’assistenza ai feriti più gravi ed ai più deboli. In questo nobile intento impegnava con eroico spirito di sacrificio e incomparabile fermezza d’animo tutte le sue residue forze finché, esausto per le ferite riportate e per il lungo sforzo, scompariva fra i frutti, coronando degnamente la sua carriera di ufficiale colto, valente, appassionato, tutto dedicato al bene del servizio ed al ferreo compimento del dovere.
Mediterraneo Orientale, 28 marzo 1941