Maria Bergamas

«Guarda, ora mi arrivano da un altro posto le lacrime che piansi
per te, lacrime lontane che trasformavano il mio amore materno
in un sudario senza età, che giace nella dolcezza del tuo sogno puerile
di una salvezza mai data e tra tutti quei passi che diventano ombra
davanti a questo altare di pietra che non ha il tuo nome, nessun nome,
figlio mio».

«Guarda, ora ti parlo con parole di brina primaverile, parole lontane
che conoscevi a memoria e le ripetevi sul confine della nostra casa
straniera, tra la gioia e la paura di quel domani che avevi scelto. Volevo
che tu rimanessi vivente, ma sei entrato nel grumo nero di una notte
che mi spezza il cuore, prende ogni cosa col suo colore, abita per sempre
qui con me, e intona un canto con la voce di tutti i tuoi fratelli caduti, ma
davanti a questo altare nemmeno il miraggio del tuo sorriso mi è dato,
figlio mio».

 

© 2022 Michele Toriaco Giornalista Torremaggiore (Foggia)